Motore Ferrari e talaio 500? Ecco perché pensare solo alla soluzione più logica senza avere un quadro completo ti porterà a spendere soldi inutilmente.

“Sai, ho messo un motore di una Ferrari sul telaio di una 500 e questo si è distrutto
per le sollecitazioni.
Sono veramente deluso, credo che il motore della Ferrari non sia un motore fatto bene.”

No, non ti preoccupare, non sono impazzito.
Sto solo facendo un ragionamento molto simile a quello fatto da un nostro cliente qualche tempo fa.

Chiaramente non si parlava di Ferrari e di 500, ma il ragionamento è lo stesso e ora ti spiego cosa è successo.

Proprio qualche giorno fa arriva un capitolato per una gara e, come tutte le volte, ci mettiamo a leggerlo per capire se può essere giusto per noi.

Ad una prima lettura troviamo subito il lotto che fa per noi e andiamo nel dettaglio per capire le caratteristiche richieste.

Subito ci balza all’occhio una cosa anomala. La richiesta di un costipatore da 7 m3 con i pistoni per lo scarico della vasca ancorati nella parte anteriore. Esattamente come i pianali che si usano nelle
cave.

Una richiesta bizzarra dato che ormai da oltre 50 anni è una soluzione che NON si usa più.

Così sicuro di un errore di battitura chiamo il cliente per chiedere una spiegazione.

La risposta che mi arriva mi lascia ancora più allibito.

I- “Buongiorno sono Rossi, della Rossi Oleodinamica. La chiamo in merito alla gara che avete pubblicato. Ho visto che nel lotto per il costipatore c’è la richiesta dei pistoni per lo scarico della vasca ancorati nella parte anteriore. Volevo sapere se era un errore.”

C- “No assolutamente nessun errore. È una richiesta espressamente fatta dall’ufficio tecnico.”

I- “Capisco. Potrei sapere il motivo? Visto che come lei saprà questa soluzione porta non pochi problemi.”

C- “Beh, perché abbiamo avuto una brutta esperienza. I vecchi costipatori da 7 m3 che avevamo con il sistema di scarico tradizionale hanno avuto tutti problemi sul falsotelaio. Si sono rotti e abbiamo dovuto spendere tantissimo in termini di soldi e tempo per sistemarli e aggiustarli.”

I- “Mi spiace veramente. Ma posso sapere una cosa? Erano dei prodotti nostri?”

C- “No, no, non sono vostre attrezzature.”

I- “Beh, allora forse, mi scusi se mi permetto, ma semplicemente avete avuto una fregatura dal fornitore precedente. Le posso assicurare che in 40 anni non abbiamo mai avuto problemi sui falsotelai. Inoltre il sistema richiesto da voi porta più problemi che vantaggi.”

C- “Si lo so che ci potranno essere altri problemi, ma i nostri tecnici hanno fatto questa richiesta quindi abbiamo messo quella clausola e non possiamo accettare altre soluzioni.”

Beh, dopo questa risposta ho salutato e non ho più avuto una possibilità di replica. Non tanto perché il mio interlocutore non volesse (anzi è stato anche molto interessato ad ascoltare alcuni commenti che
ho fatto dopo), ma per il fatto che comunque con una presa di posizione del genere non si poteva discutere più di tanto.

Così abbiamo accettato la decisione e, chiaramente, non abbiamo partecipato alla gara.

A questo punto però, non posso trattenermi dallo scrivere un articolo per fare chiarezza su questo tipo di soluzione nei veicoli per la raccolta dei rifiuti.

Mettiamo subito in chiaro una cosa però. La richiesta fatta dal nostro cliente, non era campata per aria.

A rigor di logica, chiunque abbia studiato un minimo di fisica, capirà che avere la spinta sulla parte anteriore della vasca (con il carico tra il fulcro e la spinta) piuttosto che sulla parte posteriore (con il fulcro tra la spinta e il carico) è la soluzione migliore. Quella che richiede meno sforzo e quindi sollecita meno il telaio.

Ma purtroppo non sempre la soluzione più logica è quella migliore. Ma andiamo con ordine e analizziamo più nel dettaglio le due soluzioni.

 

SCARICO CON ATTACCO FRONTALE

Questo tipo di soluzione (quella richiesta nel bando) è una soluzione che viene usata da sempre nelle macchine che trasportano terra e sassi e hanno un cassone ribaltabile.

Qui i pesi sono veramente alti, ma soprattutto, il ribaltamento NON arriva a 90°, ma si ferma al massimo a 45° o poco più. Questo vuol dire che il pistone di spinta può essere molto corto. Inoltre viene supportato da telai veramente grandi visto che questi camion sono quasi sempre dei 3 assi o anche di più.

E comunque, anche in queste attrezzature, il pistone non è MAI posizionato completamente nella parte anteriore, ma al massimo a metà del cassone, per poter avere dei pistoni più corti.

 

SCARICO CON ATTACCO POSTERIORE

Questo tipo di soluzione invece è quella utilizzata da ormai 50 anni nei veicoli satellite per la raccolta dei rifiuti. Da quando nel 74, mio nonno Lazzaro, ha inventato il sistema di scarico ancora oggi utilizzato sui veicoli a vasca.

Certo, a quel tempo il sistema era montato su vasche da 2 o 3 m3, con pesi minori e forze in gioco molto più basse. Ma ti assicuro che poi, portando la soluzione sui veicoli più grossi, abbiamo semplicemente cambiato alcuni punti di ancoraggio e dimensionato in maniera logica il falsotelaio.

Ma perché si è dovuti trovare questo sistema alternativo?

Il motivo è molto semplice, le vasche dei veicoli satellite sono fatte diversamente dai ribaltabili  tradizionali. La funzione principale di questi veicoli è raccogliere i rifiuti e scaricarli in compattatori
più grossi o autocompattatori scarrabili. C’è la necessità di scaricare più in alto.

Per questo hanno:

  • Il punto di rotazione posizionato in
    alto
  • La forma della vasca trapezoidale.
  • Il sollevamento fino a 90° per poter
    scaricare tutto il loro contenuto.

A causa dell’ultimo punto quindi, se si ricorresse ad un sistema con ancoraggio frontale, servirebbero dei pistoni molto lunghi o molto grossi.

Infatti, o si ha un cilindro relativamente sottile anche da chiuso ma comunque molto lungo, oppure si ha un cilindro corto in fase di riposo ma molto grosso per poter contenere tutti gli sfili necessari.

Senza considerare che gli spazi sugli attuali telai sono sempre meno.

Questo vuol dire che in fase di scarico si avrà un pistone molto lungo e chiaramente poco stabile.

Ecco perché la decisione di affidarsi alla soluzione con agganci posteriori.

Il pistone sarà:

  • Più corto,
  • Più stabile.
  • Posizionato in maniera da non essere d’intralcio sul telaio.

 

ESEMPIO

Ma facciamo un esempio, perché non è semplice da spiegare in maniera astratta.

Prendiamo un costipatore da 7 m3 standard. Ecco le misure approssimative che ci servono e i dati per capire il disegno.

  • Figura rossa: pistone
  • Figura blu: vasca
  • Figura verde: falsotelaio
  • Figura nera: chassis
  • Fulcro: punto F
  • Lunghezza vasca: 3,5 m
  • Altezza massima da terra con vasca sollevata: 5 m
  • Distanza tra telaio e punto più alto della vasca sollevata: 4,25 m

 

SOLUZIONE STANDARD

Partiamo analizzando la soluzione standard, schematizzata nelle due immagini del riquadro di sinistra.

Il pistone è ancorato al falsotelaio posteriormente e alla vasca anteriormente. Questo permette di avere il pistone posizionato, in fase di riposo, parallelamente al falsotelaio. La lunghezza del pistone a
riposo è di circa 3 m. (fig A)

Per sollevare la vasca il pistone si allungherà e arriverà ad una lunghezza di circa 4,25 m. (fig B). Questo vuol dire che il pistone può essere con un solo sfilo (ovvero solo due unità l’una dentro l’altra).

Sicuramente la leva è svantaggiosa, ma con le forze in gioco negli impianti oleodinamici si riesce tranquillamente ad effettuare la spinta. Chiaramente il tutto dimensionando il falsotelaio con un po’ di criterio.

SOLUZIONE RICHIESTA

Andiamo ora alla soluzione richiesta dal bando, schematizzata nelle due immagini del riquadro di destra.

Da subito puoi notare come il pistone, in fase di riposo, debba essere corto. Per essere ottimisti, senza considerare gli impedimenti che si possono trovare sullo chassis, supponiamo che sia lungo 50 cm. (fig D)

Per sollevare la vasca il pistone è messo nella posizione ottimale. La forza richiesta è molto bassa, ma la lunghezza che deve raggiungere il pistone per portare la vasca a 90° è di quasi 6 m. (fig C)

Bisognerà utilizzare quindi un cilindro telescopico con almeno una decina di elementi l’uno dentro l’altro. Questo vuol dire partire da un diametro enorme fino ad arrivare all’ultimo elemento con un diametro piccolissimo.

Una lunghezza del cilindro spropositata e un diametro medio veramente piccolo.
UNA FOLLIA.

CONCLUSIONI

Montare il motore di una Ferrari su un telaio di una 500 non è MAI una buona idea.

E se vuoi delle prestazioni di tutto rispetto, la soluzione non è cambiare il motore, ma
il telaio.

Così, se vuoi dei veicoli satellite che non si accartoccino come palline di carta, non affidarti a tecnologie obsolete di aziende sconosciute, ma piuttosto cerca aziende che sappiano fare il loro lavoro e utilizzano
soluzioni provate ed efficaci.

In quasi 50 anni di lavoro non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo.

L’unica volta che abbiamo rischiato di veder distrutta in questo modo una nostra attrezzatura è stato durante la prima prova del gigante di casa, R300. Un costipatore a vasca da 10 m3.

Per questo abbiamo risolto tutto posizionando un PISTONE AGGIUNTIVO sulla parte anteriore della vasca. Questo spingendo da davanti per il primo tratto di salita aiuta la vasca a salire senza sforzare il
telaio e il falsotelaio.

Un pistone non più lungo di 80 cm.

Inoltre stiamo parlando di una vasca del peso di quasi 50-60 Tonnellate.

Con una vasca da 7m3 le forze in gioco sono assolutamente gestibili da due pistoni posizionati posteriormente che spingono la parte mediana della vasca.

Anche qui, l’importante è NON affidarsi ad aziende improvvisate, ma ad aziende che sanno fare il proprio lavoro e che sviluppano questo tipo di soluzioni da quasi 50 anni. Non cercare aziende improvvisate!

Come dici? Quali sono?

Beh, ti do un aiuto. Il blog che stai leggendo è scritto da una di queste aziende. In realtà l’unica che in tutti questi anni si è dedicata ESCLUSIVAMENTE ai veicoli satellite.

Puoi contare su un know-how di prima categoria, con una soluzione a tutti i problemi che possono sorgere lavorando con i veicoli satellite.

Un saluto e a presto

Let’s Rock
Andrea Rossi

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