Bivasca si, Bivasca no: la raccolta si fa differente!

È arrivata la raccolta differenziata. Non si raccoglie più la spazzatura come un tempo. Non basta più un camion con una vasca e si butta tutto là dentro. La raccolta differenziata ha cambiato non solo le nostre vite come cittadini. Ma anche e soprattutto il modo di raccogliere i rifiuti.

Quando è utile un bivasca Dove prima occorreva un camion, oggi ne servono almeno 3, cha passino in giornate diverse a raccogliere diversi tipi di materiale.

Questo fa chiaramente lievitare i costi. Più veicoli, più personale, più uscite e turni di raccolta.

E se volessi ottimizzare e raccogliere due materiali in un solo giro?

Non posso mica metterli dentro la stessa vasca… sarebbe abbastanza inutile.

L’unica soluzione è mettere due vasche su un unico veicolo.

Ma stiamo parlando sempre di veicoli satellite (ovvero veicoli che devono poter scaricare in altri camion più grandi o in container scarrabili) che devono quindi sottostare a 3 regole fondamentali:

  • dimensioni contenute
  • grande capacità  di carico
  • accoppiamento con altri veicoli più grandi

Tutto questo si traduce in un progetto di non facile realizzazione, anche perché bisogna aggiungere un’altra condizione imprescindibile.

Almeno una vasca deve essere a tenuta stagna, per poter caricare i rifiuti organici.

Il primo prototipo

Nel 2000 quindi, ci siamo dati da fare e abbiamo ideata una delle prime attrezzature con queste caratteristiche. R25.

R25 aperto

Un camion da 12 tonnellate che monta un compattatore a piatto d’espulsione da 9 m3 nella parte posteriore e una vasca da 4 m3 nella parte anteriore.

C’era però un problema. Il compattatore posteriore POTEVA SCARICAREin uno scarrabile o in un camion più grande, ma la vasca anteriore NO.

Quindi?

Ci siamo inventati un sistema per far traslare la vasca di un metro oltre la sagoma del camion. Incernierandola poi a 2,30 metri di altezza, questa può scaricare il contenuto ovunque.

Era la prima macchina del suo genere e ancora oggi è l’unica con queste caratteristiche.

Purtroppo il prezzo elevato non ha aiutato la diffusione di questa macchina. Anche se sono convinto che sia stata una scelta sbagliata di tempi. Era troppo presto, non è stata capita.

La concorrenza. La versione economica

Qualche anno più tardi altri costruttori hanno cercato di fare una macchina simile ma stando contenuti sul prezzo.

  • Un camion da 7,5 tonnellate al posto di uno da 12.
  • Una vasca con costipatore al posto di un compattatore a piatto d’espulsione posteriormente
  • La vasca anteriore da 2 m3 invece che 4.
  • Impossibilità della vasca anteriore di scaricare in veicoli più grandi o scarrabili. (nessuna traslazione)

I disegno q25 l prezzo basso e la necessità di un veicolo bivasca hanno poi aiutato la diffusione e la richiesta.

Ci siamo così adeguati anche noi, a malincuore. Portando però una miglioria. La traslazione della vasca anteriore per poter scaricarla dentro altri camion. Era nato il Q25.

Ma era un palliativo.

È come dipingere una Panda di rosso e far finta che è una Ferrari.

Un problema però ci si portava dietro fin dalla prima attrezzatura ideata. La vasca anteriore non si può sfruttare al massimo perché, senza una pala di compattazione, il rifiuto rimane tutto nella bocca di carico. Rendendo qualunque cubatura della vasca inutile.

La soluzione n°3. Il bivasca orizzontale

Fu così che, qualche anno più tardi, grazie ad una richiesta del mercato inglese nasce il primo veicolo bicamera orizzontale con costipatore.

In pratica un normale costipatore con la vasca divisa in due orizzontalmente. Le vasche sono indipendenti, e hanno ognuna il proprio sistema di costipazione e sollevamento.

Un’ottimo esempio è il nostro Qube MF.

Disegno tecnico Qube MF Un sistema ingegnoso e con molti pregi. L’unico difetto (ma inevitabile in qualsiasi attrezzature bivasca) è il fattore volume caricabile.

Sicuramente su un camion che ipoteticamente potrebbe montare una vasca da 7 m3 di volume, non si possono montare due vasche da 3,5 m3. Ma saranno più piccole.

Il vantaggio però è quello di poter decidere se le vasche devono essere uguali (50%-50%) o una più piccola dell’altra (70%-30%).

Solitamente se si vuole accorpare una raccolta di rifiuto secco ad una di rifiuto organico si tende a scegliere la soluzione 30-70. In quanto il maggior volume (ma minor peso) del rifiuto secco confronto al rifiuto organico, rende migliore la distribuzione dei pesi.

E alla fine?

Ad oggi, la soluzione migliore è quindi quest’ultima. Un veicolo a due vasche parallele.

  • Costi contenuti
  • facile produzione
  • grande efficienza.

Ma c’è una condizione da rispettare.

Bisogna impostare correttamente il servizio a monte.

Bisogna evitare di trovarsi a metà  giro di raccolta con una delle due vasche piena e l’altra nemmeno a metà .

Questo vanificherebbe ogni accorgimento tecnico. Costringendo l’operatore a tornare al centro di raccolta per scaricare una vasca mentre l’altra è vuota.

Come vedi la soluzione migliore è sempre relativa alle tue esigenze.

Sarai tu, insieme ai tuoi tecnici, che deciderai la migliore soluzione.

Ma chiedi sempre consiglio all’azienda costruttrice. Se è un’azienda è seria e con un solido passato alle spalle, saprà indirizzarti al meglio. Avrà un bagaglio di esperienza utile a risolvere la TUA problematica.

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Ti aspetto alla prossima.

Let’s Rock

Andrea

 

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2 commenti su “Bivasca si, Bivasca no: la raccolta si fa differente!”

  1. Tutto bello solo che in tutto ciò nn è stata preso in considerazione la persona che da sola deve guidare svendere e caricare ( ginocchi , schiena ecc rotte)

    Rispondi
    • Buongiorno Carmine, hai perfettamente ragione. Il problema però non è sull’attrezzatura, ma sulla gestione del servizio (e noi purtroppo possiamo fare poco). Capisco che il servizio mono-operatore è deleterio, il massimo sarebbe avere due persone (un autista e un operatore) che viaggiano insieme. Li non possiamo entrare nel merito, noi siamo semplici allestitori e queste cose le gestiscono le cooperative o le aziende di servizi.

      Dal canto mio posso darti solo un consiglio. Ho lavorate nell’ambito del fitness per molti anni e ho anche studiato parecchio in questo senso. Qualsiasi movimento si faccia nella vita (sul lavoro, vita quotidiana,…) ha delle controindicazioni (addirittura lo sport fatto a livelli alti ne ha). L’unico modo per preservarsi al meglio è prendersi cura della propria forma fisica.
      Il corpo si adatta a tutto, purché si mantenga in maniera ottimale. Allenamento e sane abitudini alimentari possono fare in modo di preservare il nostro corpo molto più a lungo, anche in situazioni estreme.

      Per il resto sono a completa disposizione e mi piacerebbe avere più confronti con gli operatori per avere consigli o suggerimenti da chi lavora a stretto contatto con le nostre macchine.

      Grazie per il tuo tempo e spero di risentirti.

      Un saluto e buon lavoro
      Andrea

      Rispondi

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