Il gasolio va in pensione? Veicoli alternativi per una mobilità sostenibile.

Non preoccuparti… non devi cambiare tutti i tuoi mezzi domani. Il petrolio ancora per un po’ continuerà ad esserci!

Proprio qualche mese fa stavo leggendo un articolo che ho poi messo “in cantina” per recuperarlo qualche giorno più tardi.

Così stamattina, mentre stavo spulciando nel mio “archivo di articoli interessanti” me lo ritrovo sotto il naso.
Parlava di viabilità elettrica nei paesi del nord Europa.

Il titolo recitava così.

“La Svezia diventerà il primo paese senza combustibili fossili”

Leggendo l’articolo si capisce che il nord Europa vuole diventare completamente indipendente per quanto riguarda l’approvvigionamento delle energie.

Credo che sia un obiettivo lodevole e soprattutto fattibile. Soprattutto per loro che sono così attenti a queste cose e investono su ricerca e sviluppo in maniera così forte.

Il pensiero a quel punto è andato subito in una direzione…

E IN ITALIA?

Beh in Italia avremmo il potenziale ma siamo ancora lontani. Proprio come mi dicevano a scuola:

Il ragazzo è bravo… ma non si applica!

La sperimentazione sulle energie alternative in Italia va a rilento. Il motivo vero non lo so… forse non lo sa nessuno.

Potrebbero essere motivi sociali, economici, gli alieni, le scie chimiche e i rettiliani!

Non voglio fare complottismo, non è la sede e non fa per me. Ci sono motivi molto più terra a terra che ci toccano da molto vicino.

Ma partiamo dall’inizio

Nei veicoli per la raccolta dei rifiuti siamo arrivati ad un punto in cui il passaggio ad energie alternative DEVE essere obbligato.

Il motivo è semplice. I nostri veicoli sono accesi di continuo, per tutto il tempo di lavoro. Girano in centri storici e in centri abitati, nei pressi di marciapiedi o di finestre di abitazioni.

Non so se ti è mai capitato di stare in coda con la macchina (o peggio con la bici) dietro ad un camion che sta facendo la raccolta dei cassonetti.
Rumore, fumo, scarico,… Non è proprio simpatico.

È per questo che bisogna trovare delle alternative, delle tecnologie differenti, che ci permettano di inquinare meno e di consumare meno. Senza che i costi lievitino a dismisura.

Certo, qualcosa piano piano viene fatto. Ci sono tutte le restrizioni sulle emissioni inquinanti, ma siamo sicuri che funzionino.

Purtroppo, le leggi sulle emissioni inquinanti hanno portato tante migliori, ma hanno portato anche tanti problemi. E ancora non ho capito se il gioco vale la candela.

Facciamo un esempio.

Il filtro anti-particolato

L’avvento del filtro anti-particolato sui motori diesel, ha ridotto le emissioni inquinanti… ma siamo proprio sicuri che sia tutto oro quello che luccica?

Non so se sai come funziona questo congegno. Te lo spiego brevemente e in maniera molto grezza.

Il filtro anti-particolato è appunto un filtro, posto sulla marmitta, che blocca le nanoparticelle dei fumi di scarico provenienti dal motore. Quando il filtro è pieno bisogna pulirlo. Per rigenerare il filtro basta fare un viaggio sopra i 70 Km/h, il motore inietterà più carburante per aumentare la temperatura e bruciare il PM10 (le polveri sottili) raccolto.

La prima volta che me lo hanno spiegato ho avuto subito una reazione…

Ma se il filtro serve a raccogliere materiale inquinante, come può essere una soluzione pulirlo bruciando quel materiale e buttandolo fuori nell’ambiente.

È come dire: per pulire casa uso scopa e paletta, poi alla fine quello che c’è nella paletta lo brucio e lo ributto per casa… NON MI SEMBRA IL MASSIMO
Ma se proprio vogliamo pensare che comunque sia una soluzione utile (e la mia POCA conoscenza tecnica non mi porta a vedere l’effettiva utilità del sistema) analizziamolo dal punto di vista pratico.

Parlando di mezzi per la raccolta dei rifiuti, come dicevo all’inizio, parliamo di veicoli che lavorano per 8 ora al giorno in centri urbani (viaggiano ad una velocità media sotto i 40 Km/h) con continue soste; in cui il mezzo rimane con il motore acceso accesso per poter lavorare.

Il filtro sarà costantemente in fase di accumulo, arrivando al punto di massimo intasamento in pochissimo tempo.

Non sempre poi si ha la possibilità di dare una “tirata” al motore per pulirlo. L’unica soluzione è quella di staccare dal servizio, andare su una strada extraurbana (i 70 km/h non si possono fare in città) far viaggiare il mezzo ad una velocità sostenuta per un po’ di tempo e poi ritornare al servizio.

Un giochetto del genere è capace di portare via almeno un oretta… UN ORA DI LAVORO!

Sperando poi che la strada extraurbana sia nei paraggi. Altrimenti si continuerà a lavorare con il filtro intasato e al rientro in officina bisognerà intervenire maualmente (smontando e pulendo la marmitta) con ultriore dispendio di tempo e di costi (infatti il mezzo dovrà stare fermo almeno per una mezza giornata).

Lo so, è la versione più apocalittica che potessi fare… ma la realtà non si discosta tanto. Senza contare che questo aggeggio ha portato ad un aumento spropositato del peso dei telai; andando a mangiare quella poca portata utile rimasta sui veicoli da 35 quintali.

Ma allora quale può essere l’elternativa?

All’inizio dell’articolo ho paralto della Svezia. Loro si stanno muovendo verso l’elettrico. Da noi ci sono ancora dei freni e delle difficoltà in questo tipo di tecnologie.
Ma nel frattempo ci sarebbero dei combustibili alternativi che potrebbero aiutare il problema.

Sto parlando di metano e GPL.

Non voglio farti un trattato scientifico sui due combustibili, anche perché ci sono fonti molto più autorevoli di me a riguardo. Ma proviamo a fare una breve analisi analizzando solo il metano.

Qualche tempo fa sono stato ad un convegno di MAN.TRA. dove si parlava proprio di metano.

Sono rimasto molto colpito (positivamente) sullo sviluppo di questo tipo di combustibile, che ho sempre ritenuto essere una valida e attuale alternativa al petrolio.

Chiaro è che ci sono dei contro, che ancora lo rendono un sistema di nicchia.

  1. Reperibilità del gas

  2. Autonomia

  3. Prestazioni

Il problema della reperibilità del gas

Il primo problema che si riscontra con questo tipo di veicoli è proprio questo.

Sul territorio non c’è una rete così capillare di distributori (soprattuto al sud), e la maggior parte delle volte sono lontani dai punti di lavoro dei mezzi. Alcune cooperative hanno la fortuna di avere il distributore proprio lungo il tragitto. Se sei uno di quelli hai fatto bingo!

Inoltre bisogna anche fare i conti con il fatto che di notte non si può fare rifornimento, quindi bisogna gestire al meglio i turni (sopratutto notturni).

Il problema dell’autonomia

Ancora non si possono raggiungere autonomie considerevoli con veicoli esclusivamente a metano. La maggior parte delle volte avrai a che fare con veicoli bifuel (con doppia alimentazione). Quindi se vuoi utilizzare il metano al massimo devi programmare i turni in maniera millimetrica.

Il problema delle prestazioni

Questo in realtà non dovrebbe essere un vero problema. Infatti stiamo parlando di veicoli per la raccolta dei rifiuti, non di una Ferrari da corsa.

Sicuramente però, il peso dell’attrezzatura e l’alimentazione a metano potrebbero rendere un po’ più sornione il mezzo. Anche se ultimamente le case stanno rendendo le prestazioni di questi veicoli pari a quelle di un diesel.

Ma allora non è una soluzione?!

Certo, lo so che starai dicendo:

“Ma che soluzione del cavolo è? Se devo stare a perdere tempo a studiare il giro dei mezzi, il tempo di uscita… Tengo un veicolo a gasolio”

Infatti io sono qui per dirti che non è tutto fermo, ma si sta evolvendo.

Al convegno di cui parlavo prima, si è parlato di un trattato a livello europeo con cui si vuole cercare di spingere ed incentivare l’utilizzo di metano liquido.

In pratica è lo stesso metano che si trova allo stato gassoso, ma rendendolo liquido si riesce a ridurre il volume di circa 600 volte. Puoi immaginare i vantaggi in termini di stoccaggio e quindi di autonomia del veicolo.

Inoltre si vuole creare una rete di distribuzione più forte su tutto il territorio europeo , in maniera da rendere più facile fare rifornimento.

Per finire c’è la possibilità (ma questo anche con il gas metano) di convertire un mezzo già esistente alimentato a gasolio, aggiungendo l’impinato per il metano liquido senza aggiunte di costi. Se vuoi saperne di più leggi questo articolo molto esaustivo sull’argomento.

http://www.pneurama.com/it/rivista_articolo.php/IL-FUTURO-DEI-TRUCK-SI-CHIAMA-METANO-LIQUIDO?ID=21329

Semi-conclusione

Chiaramente il futuro sta andando verso la mobilità elettrica, e ne parleremo nel prossimo articolo in maniera approfondita.

Il metano però potrebbe essere una soluzione, nemmeno tanto di passaggio. Non sarebbe un palliativo in attesa di uno sviluppo forte dell’elettrico, ma potrebbe andare a posizionarsi semplicemente come alternativa e intanto far staccare tutto il “sistema trasporti” da quella coperta di Linus che è il petrolio.

So che ti stai chiedendo: “Ma L’idrogeno!?”

Non ne ho parlato volutamente perché sarebbe un discorso molto lungo e non ho ancora trovato fonti veramente autorevoli con cui confrontarmi. Così come non ho parlato di bio-carburanti o altre cose simili, perché non sono alternative valide o che trovo realmente interessanti attualmente.

Come vedi io non sono totalmente a favore o contro qualcosa. Cerco sempre di sentire più campane e trarre le conclusioni.

Alla Rossi siamo sempre molto attenti alle nuove tecnologie e cerchiamo sempre di essere all’avanguardia, ma purtroppo quando si tratta di energie alternative noi, come costruttori, abbiamo un po’ le mani legate.

Qui da padrone la fanno le case costruttrici dei telai, sono loro che fanno il bello e il cattivo tempo e “decidono” se è ora di puntare su nuove tecnologie o meno. Noi possiamo solo adattarci e adattare le nostre attrezzature a queste tecnologie. In realtà se si parla di motori termici a noi non cambia molto: un’alimentazione vale l’altra.

Certamente però il discorso cambia se si tratta di veicoli elettrici.

Ma questa è un’altra storia… e un altro articolo.

TO BE CONTINUED…

Let’s Rock

Andrea

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